Con la quotazione in borsa di Facebook, operazione che simboleggia il valore economico dei social network, ci troviamo a chiederci cosa dia tanto spessore economico a questa società. La risposta è semplice e immediata: l'accesso ai dati personali dei suoi utenti. Questo è il vero fattore che permette guadagni e "servizi" ma se da un lato la raccolta dei nostri dati ci permette una navigazione mirata (e mirate pubblicità), dall'altro cancella di fatto il diritto alla privacy. Ovviamente il problema non riguarda solo i social network (FB era l'esempio principe) ma si estende a tutto il web. Se un passo avanti è stato fatto sulla strada della protezione dei dati personali, lo dobbiamo ai ricercatori Christopher Soghoian, Sid Stamm e Dan Kaminsky e al loro header Do Not Track.
STORIA DEL DO NOT TRACK
Nel 2007 numerosi gruppi di avvocati per consumatori hanno chiesto alla Federal Trade Commission degli Stati Uniti di creare una lista di Do Not Track per la pubblicità online. Il proposito era quello di richiedere che chi fa pubblicità sul web, dovessero inviare le proprie informazioni all'FTC, il quale avrebbe a sua volta provveduto a creare una lista, leggibile da un computer, dei nomi di dominio usati da queste socità per inserire cookies o comunque tracciare le attività dei consumatori sul web. [wikipedia]
Sulla scia di questi avvenimenti, nel 2009, venne proposto di permettere agli internauti di indicare, tramite una opzione DNT, se volessero o meno che i loro dati venissero raccolti. L'idea di base si è sviluppata ed estesa fino a coinvolgere Mozilla e, successivamente, tutti i principali browser. Ad oggi, Firefox ha adottato l'opzione di non tracciamento (opt-out) e sono presenti numerose estensioni volte a facilitare l'attivazione e l'integrazione di questa opzione nel browser Mozilla. Nell'aderire al DNT sono seguiti a ruota IE9 (che offriva già una sorta di protezione contro il tracking) e Safari, mentre Opera ha annunciato l'introduzione della nuova caratteristica a partire da Opera 12. Preoccupante la posizione di Google che, in un primo momento, non era disposta ad adottare questa nuova funzionalità (i dati personali e i dati sulla navigazione sono l'anima di questo colosso), mentre ad oggi ha annunciato l'integrazione del DNT in Chrome entro fine anno (cambio di linea avvenuto anche grazie alla linea adottata dalla casa bianca).
COME FUNZIONA IL DO NOT TRACK
Il DNT è una tecnologia che permette di indicare alle società inserzioniste o a chi per loro che l'internauta non è intenzionato a far raccogliere i suoi dati personali. Il negare il permesso a tale raccolta non implica necessariamente l'impossibilità di ottenere i dati e di usarli per scopi commerciali, infatti bisognerà sperare nella buona fede delle società presenti dalla parte opposta del tavolo. Inoltre, in DNT non è una funzione integrata nel browser volta a bloccare spam pubblicitari, ma una sorta di linea di difesa dei propri dati durante la navigazione. La campagna DNT ha comunque ottenuto ottimi risultati e si spera che la sua filosofia si diffonda al più presto in modo da poter raggiungere obbiettivi ancor più alti.

Fonti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Do_Not_Track
la stampa
computer world
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