Accanto ai tradizionali sistemi di refrigerazione, che
sfruttano un compressore per il funzionamento del ciclo termodinamico, esistono
altri sistemi, come la refrigerazione ad assorbimento. Essa comporta numerosi
vantaggi, tra cui: maggiore economicità di esercizio di tutto il sistema (esso
infatti necessita di una esigua quantità di energia elettrica), e l’abbinamento
con gli impianti solari termici, da cui si attinge l’energia (termica)
necessaria per il funzionamento.
Questa tecnologia ha avuto un notevole sviluppo negli ultimi
anni: è migliorata la qualità dei dispositivi e l’affidabilità degli stessi.
Ciò che però impedisce la loro diffusione su ampia scala è il fattore
dimensioni; i refrigeratori ad assorbimento comportano un grande ingombro, cosa
che li rende inutilizzabili in ambito domestico. Ma la svolta sembra vicina con l’avvento di nuovi materiali!

Come funziona la refrigerazione ad assorbimento?
I refrigeratori raffreddano grazi all’evaporazione di un
fluido (refrigerante), passaggio di stato che comporta l’assorbimento di
energia (cioè calore) prelevata dall’ambiente che si vuole raffreddare.
Il ciclo termodinamico che permette ciò si basa sulla successiva
condensazione del fluido refrigerante, che deve nuovamente evaporare per sottrazione
di altro calore: si aumenta la pressone del fluido proveniente dall’evaporatore
(a contatto con l’ambiente da raffreddare) per favorirne la condensazione che
si completa nel condensatore, dove il fluido cede il suo calore all’ambiente
esterno. Una valvola di laminazione espande il fluido, che sottrarrà altro
calore nell’evaporatore e il ciclo può ripartire. I normali refrigeratori
(condizionatori e frigoriferi) sfruttano un compressore elettrico per aumentare
la pressione del fluido refrigerante; quelli ad assorbimento invece usano
calore per condensare il refrigerante (in soluzione acquosa)! Ecco i principali componenti di un
refrigeratore ad assorbimento:
- un
evaporatore, nel quale si ha la sottrazione di calore dall’ambiente da
raffreddare con l’evaporazione del fluido refrigerante;
- un
assorbitore, nel quale il refrigerante evaporato (fortemente concentrato)
viene riassorbito dalla soluzione (diluita) grazie ad una differenza di
concentrazione;
- una
pompa che invia la soluzione dall’assorbitore al desorbitore ed aumenta la
pressione del fluido;
- un
desorbitore (anche detto generatore), presso il quale la soluzione
rilascia una frazione di soluto per evaporazione, grazie ad un flusso di
calore proveniente dall’esterno;
- un
condensatore, dove il vapore proveniente dal desorbitore viene condensato,
con trasferimento di calore all’esterno (sorgente calda), mediante il
medesimo fluido esterno che ha operato il raffreddamento presso
l’assorbitore; spesso il fluido vettore di raffreddamento è acqua, inviata
in una apposita torre di raffreddamento;
- una valvola di laminazione, che riporta il fluido nell’evaporatore e ne riabbassa la pressione.
Il vapore a bassa pressione proveniente dall'evaporatore non viene più compresso meccanicamente, come avviene nel ciclo a compressione di vapore, ma viene inviato all' assorbitore: questo dispositivo sottrae calore al vapore e fa si che quest' ultimo venga immagazzinato in una miscela povera. Una volta che è stata arricchita, la miscela viene prelevata da una pompa inviata ad un generatore: questo si comporta inversamente all' assorbitore, in quanto richiede calore per produrre vapore ad alta pressione, che fluisce nel condensatore, e soluzione nuovamente povera, che viene rinviata nell' assorbitore mediante una valvola di laminazione.
Il resto del ciclo è identico a quello della macchina a compressione di vapore.
I fluidi utilizzati sono soluzioni acqua-ammoniaca, acqua-bromuro di litio e altre, la cui scelta comporta modifiche nel ciclo, sopra descritto nel caso più generale e teoricamente più semplice, con la finalità di comprendere a grandi linee il funzionamento della tecnologia.
I ricercatori americani proseguiranno i loro studi per ottimizzare le prestazioni dei nuovi materiali e per realizzare un prototipo entro i prossimi tre anni. Attendiamo fiduciosi.
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